AdminGuide:Service:SIPSettings

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Descrizione del servizio

Il pannello delle impostazioni SIP contiene le specifiche dei setting del motore telefonico. Il protocollo SIP regola la comunicazione tra la centrale e i telefoni e tra la centrale e gli altri gateway.

Configurazione del servizio

PBX, impostazioni sip.png

Il pannello è raggiungibile dal menu “PBX > Impostazioni SIP”. Nel caso di un sistema multitenant, il pannello è ad uso del pbx admin perché anche in un nodo multitenant lo stack SIP che gira sulla macchina è unico e condivide le impostazioni tra tutti i tenant. I tenant però possono eseguire in maniera autonoma la configurazione dei propri interni / gruppi / code / account.

  • Abilita controllo pedante dei messaggi SIP: questa abilitazione fa sì che venga effettuato un controllo più rigoroso della correttezza formale dei messaggi SIP inviati alla centrale e, nel caso in cui questo controllo formale indichi delle malformazioni all’interno del pacchetto SIP, lo scarta.

È una misura di sicurezza che serve ad evitare che arrivino alla centrale dei pacchetti SIP malformati che creano malfunzionamenti o attacchi alla macchina stessa. Nel caso in cui ci si interfaccia con dei provider (gateway, telefoni) che creano dei messaggi SIP non formattati del tutto correttamente, può essere utile disabilitare il flag. In questo caso, viene rilassato il parsing dei messaggi e viene reso accettabile.

  • Modalità DTMF: toni che possono essere spediti durante una telefonata per mandare comandi o informazioni all’altro interlocutore. Esistono tre modalità previste dallo standard SIP con cui poter inviare e riconoscere i DTMF spediti dall'interlocutore o da mandare all’interlocutore.
    • RFC 2833: si può considerare affiancata alla 4733 che richiama ed estende la 2833.

Questa modalità prevede che i toni DTMF sono inviati come pacchetti di tipo RTP event all’interno del flusso RTP di una chiamata. I toni DTMF fanno lo stesso percorso del flusso audio, ma non vengono inviati sotto forma di toni, ma di pacchetti RTP event. Questi messaggi RTP event sono inviati mandando un primo pacchetto (inizio del tono) e successivamente, con periodicità tipica del VoIP, ne viene mandato un altro che allunga la durata del tono. Il contenuto di questi messaggi RTP event è il numero dei tasti premuti e i simboli *#.

Esempio:

Si può visualizzare il tono DTMF inviato in modalità RFC 2833 da parte della centrale 10.0.20.100 verso il pbx:

Rtp event.png

Questo RTP che arriva viene poi ribaltato dalla centrale all’interlocutore.

Il pacchetto audio è spedito verso un flusso che ha una porta sorgente e destinazione che contiene il flusso RTP. Nel momento in cui la centrale manda un DTMF in modalità RTP event all’interno dello stesso flusso, non cambiano gli estremi delle porte (sono gli stessi del pacchetto audio), ma cambia il payload type.

Payload type.png

Payload type event.png

Nel secondo caso il payload type è il 101 perché l’RTP event cambia il payload type. Kalliope usa di default, per l’invio dei DTMF, il 101.

Il payload diventa un’informazione esplicita del tasto che viene premuto, il volume e la durata in campioni.

L’UDP, in caso di centrale che abbia più di una interfaccia di rete, fa sì che il servizio VoIP venga attivato su tutte le interfacce della centrale. Si può aggiungere una seconda interfaccia di rete, o aggiungere dei Tag VLAN.

Event duration (campioni).png

La durata è un dato utile perché nel caso in cui la centrale dovesse convertire questo DTMF, nel momento in cui lo spedisce all’interlocutore in un formato diverso dall’RFC 233, dovrebbe riprodurlo per una durata corrispondente. L’impostazione settata in questo pannello vale per tutti gli account SIP definiti nel pannello “Interni e account” ed è usata come impostazione di default per tutte le linee di ingresso e di uscita.

A differenza degli account, nel pannello non c’è la possibilità di andare a cambiare i DTMF: quando si manda un DTMF verso un account lo si manda con le impostazioni SIP e lo stesso si verifica quando un account SIP manda un DTMF. Invece, nel pannello delle linee di ingresso e di uscita si può cambiare la modalità DTMF o lasciarla come di default.

Cambio modalità.png

Questa modalità è spesso indicata come AVB (Attribute Value Pair) su altri apparati.

    • SIP INFO: è una modalità che non manda messaggi RTP o RTP event, ma un messaggio SIP di tipo info. L’info è un tipo di messaggio SIP che contiene come payload contiene il tasto e la durata, viene trasmesso una sola volta e ha un percorso di rete che segue quello della segnalazione SIP che è diverso dal percorso che effettua il flusso RTP.
    • In banda: i toni DTMF digitati sono mandati sotto forma di toni audio all’interno del flusso RTP.

Infatti, se si analizzano le tracce che contengono toni DTMF si trovano solo RTP e non si può distinguere se siano toni o meno. Il problema della trasmissione DTMF sotto toni audio è che se vengono utilizzati dei codec diversi dal G.711, questi introducono una compressione nell’audio e una deformazione dei toni. Mentre una conversazione risulta comprensibile, il riconoscimento di questi toni potrebbe fallire.

G711.png

Quindi, l’utilizzo della modalità DTMF “in banda” è scoraggiato perché se il flusso RTP subisce un degrado per perdite o congestione, i toni, anche usando G.711 vengono deformati e possono non venire riconosciuti. Quindi l’utilizzo dei DTMF in audio è raccomandato solo in associazione ad un codec compresso PCM a-low o PCM u-low, ma può comunque essere soggetto a errori.

La modalità più utilizzata è la RFC 2833.

I successivi due campi sono due attributi che impattano sia gli account SIP che le linee di ingresso e uscita, come nel caso della modalità DTMF, anche i seguenti due sono modificabili rispetto al valore di default nelle linee di ingresso e di uscita.

  • Abilita accettazione RPID (Remote Party ID): abilita accettazione COLP (nominato così nelle linee di ingresso e uscita).

L’abilitazione fa in modo che si estragga l’identità del chiamante non solo dal FROM che manda, ma dagli header PAI, RPID ecc. Si tratta di un header SIP che trasporta un’informazione aggiuntiva che identifica il chiamante. Durante una chiamata, ci sono dei casi in cui l’identificativo della persona con cui si parla possa cambiare nel tempo. La funzionalità del COLP fa in modo che la centrale notifichi che l’interlocutore è cambiato, ci sono dei casi in cui è necessario fornire questa informazione all’interlocutore, e altri in cui non lo è. Questo flag fa sì che si accetti dai telefoni collegati alla centrale, l’identificativo chiamante presente nell’header RPID o PAI (P-Asserted-Identity).

N.B. A livello di uscita si raccomanda che la voce sia disabilitata poiché non si vuole che la centrale modifichi l’identificativo della linea connessa.

  • Send rpid mode: Modalità invio COLP (nominato così nelle linee di ingresso e uscita).

Ha tre opzioni: disabilitato / remote party ID / P-Asserted-Identity. In questo caso, l’impostazione che viene utilizzata verso i telefoni e che si raccomanda è l’invio del PAI. Questo flag fa sì che la centrale avverta che l’interlocutore con cui si comunica è cambiato, manda un messaggio che aggiorna l’informazione tramite l’header PAI. L’informazione di cambio interlocutore è utile verso i telefoni, ma normalmente su una linea di uscita deve essere disabilitato.

N.B. Se si va a fare un trunk verso un’altra centrale in cui configuro interni remoti, in questo caso la linea non è un trunk di uscita verso un operatore, ma è l’interconnessione con un’altra centrale sulla quale è utile attivare la modalità di aggiornamento del COLP.

I tre campi successivi servono per impostare i parametri di qualità del servizio in uscita dalla centrale. Sono presenti i valori esadecimali del TOS e i codici di priorità che nella rete servono per decidere in caso di congestione, quali pacchetti far viaggiare con priorità rispetto agli altri. Quindi, garantisce che flussi audio e video abbiano trattamento privilegiato rispetto all’invio della mail.

  • TOS SIP
  • TOS Audio
  • TOS Video

Questi valori possono essere cambiati se la rete in cui si trova a operare la centrale richiede che siano usati diversi valori di TOS per l’audio, la segnalazione e/o il video.

  • Abilita Video: per abilitare a livello globale il supporto alle videochiamate
  • Bitrate massimo per le chiamate video: attributo che vale solo per le chiamate video e determina il bitrate massimo che la centrale accetta e offre per le videochiamate, di default è 384 Kbps per non occupare troppa banda. Spesso i valori possono essere alzati per aumentare la qualità.
  • Abilita supporto alla cifratura RTP (SRTP): abilita a livello di centrale la possibilità di attivare l’encryption dei flussi RTP che normalmente viaggiano in chiaro (chiunque riesca a intercettare il flusso RTP della chiamata può ascoltarne il contenuto).

SRPT è un protocollo che si basa sul preventivo scambio di chiavi tra chiamante e chiamato, il flusso è cifrato con un cifratore a chiave simmetrica. La chiave viene scambiata in fase di setup della chiamata e, se non si usa un protocollo di trasporto della segnalazione sicuro come TLS e si usa invece TCP o UDP, si può leggere in chiaro sul messaggio SIP. L’attivazione dell’SRPT ha senso se è accoppiata a un protocollo di segnalazione di tipo sicuro come TLS.

ATTENZIONE: L’abilitazione dell’SRTP nelle impostazioni SIP non abilita automaticamente l’effettivo utilizzo dell’SRTP, ma abilita il modulo da supporto SRPT. È necessario abilitarlo nel pannello degli “Interni e account”. Qui, è presente la spunta “Abilita SRPT”: in questo modo può essere ereditato da tutti gli account che usano quel determinato template.

Abilita SRPT interni.png

I due campi successivi non sono necessari da configurare, se non quando si vuole esporre il servizio tramite WebRtc (tramite Web Socket) ed è necessario specificare un server STUN per acquisire l’informazione necessari aa far chiudere correttamente segnalazione e media.

N.B. STUN è un protocollo che serve per distribuire l’informazione dell’IP pubblico utilizzato da un client che si trova dietro un NAT. Viene usato dai client web rtc (telefono web) per fare in modo che la centrale sappia qual è l’indirizzo IP a cui spedire i flussi media. Va di pari passo con l’abilitazione del trasporto (protocollo per le segnalazioni SIP) tramite Web Socket e, una volta attivato il Web Socket Sicuro, c’è necessità di specificare un server STUN, che la centrale usa pere imparare quali sono le porte che utilizzerà per la segnalazione e per il media.

  • Indirizzo del server STUN
  • Posta del server STUN

NAT Helper

Questa sezione è particolarmente importante per rendere la centrale disponibile in accesso dal pubblico.

  • Host esterno: indirizzo IP pubblico
  • Periodo di aggiornamento dell’host esterno (sec.)
  • Porta UDP esterna
  • Porta TCP esterna
  • Porta TLS esterna
  • Reti locali

Per tutti i messaggi inviati alle reti marcate come locali usa il proprio indirizzo privato come da routing, mentre ciò che è fuori dalle reti locali usa l’indirizzo IP che specificate nell’host esterno.

Codec video predefiniti

Per abilitare il supporto alle videochiamate si spunta la sopracitata casella “Abilita video” e selezionare quali codec video sono supportati dalla centrale.

Codec audio

Anche per l’audio si può selezionare quali codec sono supportati dalle centrale.